Acustica e cromatica per la scuola ideale

Nelle materne e negli asili nido, in particolare, il rumore e i colori influenzano l’apprendimento e lo sviluppo dei bambini

Carabinieri e Polizia vestono divise blu e azzurre, così com’è il colore delle loro macchine. Perché?

Il colore blu e le sue tonalità danno un senso di tranquillità e di pace, quindi di fiducia: questo è il compito della Polizia e dei Carabinieri, che quindi portano prevalentemente questi colori.
Ora immaginatevi una scuola dove ogni ambiente ha un suo colore o una sua tonalità. Uno per le aule didattiche, uno per lo spazio giochi, uno per il refettorio e un altro ancora per la zona riposo. Fortunati i bimbi che la frequentano, perché potranno contare sull’aiuto psicologico che dà un ambiente a misura d’uomo, in tutti i suoi aspetti. Le caratteristiche dei luoghi influiscono molto sulla psiche umana, ancor più negli ambienti dove trascorriamo molte ore della nostra giornata. E in particolare sui bambini, che sono i più esposti alle influenze esterne di ogni tipo.
Fino a qualche anno fa questi aspetti non erano conosciuti, o forse non venivano presi in considerazione, ma oggi lo sono certamente. Non a caso, torniamo all’esempio di prima, la divisa dei Carabinieri è passata dal marrone all’azzurro.
Siamo partiti da questo per parlare di scuole e in particolare di scuole per l’infanzia, ambienti che di norma ne contengono tanti altri al loro interno. Una scuola materna infatti non è mai un elemento unico, ma la compenetrazione di spazi diversi ciascuno con una funzione ben precisa.
Accennavamo prima ai più comuni: le aule per l’insegnamento e le attività manuali, gli spazi per il gioco, la mensa, la zona riposo, i bagni e magari anche la palestra o il locale per le attività motorie.
Se poi si tratta di un asilo nido, la distinzione tra le zone risulterà ancora più marcata a seconda che siano destinate ai divezzi o ai divezzini.
Ognuno di questi micro-ambienti ha quasi sempre un unico tetto, ma caratteristiche ed esigenze proprie dal punto di vista acustico e del comfort complessivo, all’interno del quale hanno un loro importante spazio i colori di cui parlavamo.

L’Acustica
Le caratteristiche di una buona acustica sono:

  • l’intellegibilità dei suoni (segno di riverberazione ottimale)
  • l’assenza di rumori esterni indesiderati (segno di isolamento acustico efficace)
  • una corretta distribuzione del suono.

Ambienti acusticamente disturbati ostacolano la comprensione dei messaggi verbali e lo svolgimento regolare delle attività. Inoltre sono causa di stress e di affaticamento.
Uno dei fenomeni più gravi associati al rumore in ambiente scolastico consiste nella perturbazione dell’intelligibilità del parlato che comporta significative ripercussioni sulla formazione degli allievi, soprattutto quelli più giovani in fase di apprendimento. Di fatto i bambini più piccoli, trovandosi in un momento cruciale del loro sviluppo intellettuale, risentono notevolmente di un clima acustico inadeguato poiché la mancanza di una sufficiente conoscenza non permette loro di ricostruire correttamente le parti del messaggio verbale mascherate dal rumore, con conseguenze decisive sullo sviluppo del linguaggio.
Recenti studi hanno permesso di verificare, per esempio, l’incidenza del fattore rumore sulle mense scolastiche: i risultati ottenuti hanno evidenziato un generale ritardo nell’apprendimento ed errori di disattenzione più frequenti negli allievi che pranzano a scuola, cosa che avviene quasi sempre alla materna.
Un bambino che fatica a comprendere il messaggio verbale farà più fatica nello sforzo di ascoltare e si stancherà prima. Tenderà inoltre ad alzare la voce per farsi sentire e lo stesso faranno tutti i suoi compagni. Provate a immaginare tutto questo che accade in un refettorio, dove alle parole e alle grida si sovrappone il rumore delle stoviglie! Un piccolo inferno per i bambini e per gli insegnanti, che a loro volta torneranno a casa stanchi e stressati.
In un ambiente scolastico la qualità acustica degli ambienti è dunque fondamentale per il benessere dei fruitori, anche se spesso è la parte più trascurata nella progettazione degli edifici.

Il primo aspetto da considerare è il grado d’isolamento acustico rispetto al rumore esterno. Per le scuole la legge (L. 23 del 11/01/1999 – D.M. 18/12/1975 – Circolare 1769 del 30/04/1996 – Circolare 3150 del 22/05/1967) stabilisce valori limite più severi rispetto all’edilizia residenziale, anche per quanto riguarda i requisiti acustici passivi (DPCM 5/12/1997). Nel caso di una nuova costruzione è indispensabile, per legge e per buon senso, una valutazione del clima acustico che aiuti a scegliere l’ottimale disposizione dell’edificio rispetto alle sorgenti rumorose e la corretta coibentazione delle strutture, che con l’impiego di materiali ambivalenti risulterà utile anche per l’isolamento termoigrometrico. Se invece l’edificio è già esistente, andranno adottati tutti gli accorgimenti necessari, all’interno ed eventualmente all’esterno, per contenere la rumorosità immessa.
Il secondo aspetto è il tempo di riverberazione dei locali, correlato al rumore generato all’interno. Il persistere dei suoni negli ambienti dopo l’avvenuta emissione (riverbero) è da imputare alla scarsa capacità assorbente delle strutture. La parola e la musica sono linguaggi caratterizzati da suoni in successione più o meno rapida. Un tempo di riverbero troppo lungo (inteso come il tempo necessario affinché il suono decada di 60 dB) implica un decadimento lento dei suoni e la sovrapposizione degli stessi, compromettendo l’intelligibilità della parola; inoltre gli ambienti presentano fastidiosi fenomeni di rimbombo per la riflessione multipla delle onde sonore e una sgradevole rumorosità di fondo.
Per contenere e ridurre i tempi di riverbero (quelli ottimali per gli ambienti scolastici sono indicati nel D.M. 18/12/1975) è necessario aumentare il potere fonoassorbente del soffitto e delle pareti mediante l’applicazione di appositi pannelli. In questo modo si indebolisce anche la componente riflessa dei suoni, abbassando la rumorosità dei locali e annullando la fastidiosa sensazione sonora del rimbombo.
La modularità del sistema a pannelli consente inoltre di trattare in modo differente ambienti differenti, personalizzando l’acustica dei locali o degli spazi (ma anche l’estetica, come vedremo poi) a seconda della loro destinazione d’uso. Le indicazioni utili a questa operazione possono arrivare solo da un’accurata misurazione dei tempi di riverbero con un’apposita strumentazione, come previsto dalla Circolare 1769 del 30/04/1966, dalla Circolare 3150 del 22/05/1967 e dal D.M. 18/12/1975. La misurazione di norma consiste in un rilievo antecedente all’intervento corredato dai calcoli delle prestazioni teoriche e da un rilievo dopo l’intervento, come collaudo con relativa relazione tecnica dei risultati conseguiti. Ad occuparsene sono sempre una ditta o un professionista altamente specializzati.
Solo dopo aver individuato i problemi e le soluzioni si passa alla scelta dei prodotti e delle tecnologie. Trattandosi di ambienti aperti al pubblico dove salubrità, resistenza e sicurezza sono requisiti irrinunciabili, la scelta cade solitamente su materiali (ed eventualmente strutture di sostegno) resistenti all’insaccamento, ininfiammabili, autoestinguenti, imputrescibili, non tossici, non gocciolanti e biologicamente puri. E’ anche importante che il materiale fonassorbente abbia qualità di isolamento acustico inalterabili nel tempo ed in qualsiasi condizione igrotermica dell’ambiente e che non contenga fibre minerali sfuse che rischiano di entrare in ventilazione. Per l’aspetto cromo-estetico, è infine necessario che i pannelli siano disponibili pretinteggiati in una vasta gamma di colori (per le più gradite combinazioni cromatiche) o possano ospitare pitture da farsi anche successivamente. L’esperienza e la collaborazione con centinaia di progettisti ha permesso a CoVerd di mettere a punto due prodotti che rispondono a tutte le caratteristiche elencate: i pannelli Kontro e SoKoVerd.C1 in sughero biondo naturale supercompresso (densità 200/220 kg/mc), per controsoffitti con telaio o rivestimenti in aderenza. La posa è semplificata dalla predisposizione dei pannelli e dalla gamma dei prodotti complementari CoVerd. Il pannello Kontro è dotato di smusso e gradino per essere appoggiato nei telai AlCover, mentre SoKoVerd.C1 si usa in aderenza alla struttura (tipo cappotto) mediante fissaggio con l’ancorante cementizio PraKov. Un centinaio di interventi in edifici scolastici e pubblici in genere testimoniano l’efficacia acustica di questa soluzione che sfrutta le caratteristiche di un materiale sano e naturale come il sughero.

La Cromatica
Ma la salubrità e l’efficacia acustica da sole non bastano. Lo dicevamo all’inizio: per dare un vero benessere, un ambiente educativo-formativo ha bisogno di un livello di comfort che passa attraverso la percezione psicologico-sensoriale che solo un luogo gradevole e personalizzato con i colori più adatti possono dare.
I colori, appunto.
Recenti studi di neurofisiologia hanno dimostrato che circa l’80% di tutte le nostre informazioni sensoriali sul mondo sono di natura visiva e che esiste un’area specifica del cervello umano in cui le cellule hanno il compito esclusivo di codificare il colore, senza alcun interesse per la forma visiva dell’oggetto percepito.
L’esperienza quotidiana inoltre testimonia che il colore influenza lo stato d’animo ed i sentimenti: molte discipline (quali l’architettura, l’urbanistica, l’ergonomica e la medicina) prestano sempre più attenzione agli effetti del colore sulla psiche e sull’organismo umani. Il colore influisce sugli stati d’animo perché è luce e, dunque, energia.
Se guardiamo in campo medico scopriamo che tra le cosiddette “medicine alternative” esiste la cromoterapia, ossia la “terapia del colore”, che si basa sul presupposto di curare stati patologici mediante la somministrazione di un colore specifico.
Ma basta guardarsi intorno per capire che i colori hanno una grande influenza sulla psiche umana.
Prendiamo i portieri delle squadre di calcio tanto per fare un esempio.
Fino a qualche anno fa la loro casacca era rigorosamente nera, al massimo grigia, per non farsi scorgere dagli attaccanti della squadra avversaria. Da qualche tempo le cose si sono completamente ribaltate e sui campi di gioco vediamo solo portieri con maglie dai colori sgargianti, che hanno la funzione di distrarre gli avversari, metterli in ansia e indurli a sbagliare.

Il colore come arma
La stessa funzione psicologica l’aveva l’abbigliamento dei soldati medievali (pensiamo ai crociati), che puntavano sul colpo d’occhio garantito dai colori per spaventare i nemici e intimorirli. Ma a quel tempo si battagliava corpo a corpo. Le cose sono radicalmente cambiate dopo l’invenzione delle moderne armi da fuoco a lunga gittata: da allora meglio le divise mimetiche, per sfuggire ai cecchini.
In passato celebri pittori e scrittori si sono dedicati allo studio dei colori.
Basti pensare a Kandinsky o a Goethe, con la sua “Teoria dei colori”.
Saltando ad oggi, per chi lavora nella pubblicità, nel marketing e nella comunicazione via web lo studio dei colori è pratica quotidiana. L’accostamento di tinte complementari e non complementari è infatti molto importante (in questo caso anche per un fatto fisico) ai fini della fruibilità e dell’efficacia del messaggio. Per attirare il potenziale cliente o per rassicurarlo. Poi c’è sempre chi esagera e che fa della psicologia del colore un utilizzo anche un po’ subdolo.
Come quell’azienda giapponese passata alla cronaca per aver dipinto le pareti delle toilettes degli uffici di rosso scuro. Eccentricità? No, voleva solo che i suoi dipendenti non si rilassassero troppo durante le pause e si è servita di un colore stimolante che accelera i battiti del cuore, legato alla passione ma anche alla guerra. Gli esempi sono tanti e testimoniano che da secoli è nota la proprietà dei colori di influenzare la psiche umana. In tempi recenti questa peculiarità è diventata oggetto di una vera e propria scienza, ricca di ricerche e studi documentati, che trova una naturale applicazione anche in architettura.
Torniamo alle scuole.
I bambini, in particolare, hanno bisogno di un ambiente motivato e ricco di stimoli per costruire le loro conoscenze.
L’aula arancio, quella verde e quella azzurra li accompagnano in una dimensione didattico-ludica che stimola la loro attività sensoriale e che li mette a loro agio.
Nella comune teoria dei colori la prima distinzione è tra tinte calde e fredde.
Alle calde appartengono il giallo, il rosso e l’arancione oltre a tutte le tinte intermedie. Sono colori attivi, positivi, vicini e sono associati all’azione, alla sonorità e al moto continuo. Le tinte fredde comprendono l’azzurro, il blu, l’indaco e il viola, colori calmi, passivi, negativi e lontani che spingono alla meditazione.
Negli spazi destinati al gioco e alla ricreazione sono indicate le tinte calde che oscillano tra il giallo chiaro, il giallo-arancio e l’arancio chiaro poiché stimolano la produzione di adrenalina e, come detto, influiscono notevolmente sulla creatività e sulle capacità motorie. Nelle mense e nelle zone riposo si preferiscono le tinte fredde, poiché dal punto di vista fisiologico un ambiente dai toni verde-blu-azzurro influisce come rallentatore dei battiti cardiaci apportando una sensazione di calma e tranquillità. I pannelli in sughero biondo naturale supercompresso Kontro e SoKoVerd.C1 sono disponibili in una vastissima gamma di colori e consentono la migliore personalizzazione cromatica di ogni ambiente.
E’ anche possibile realizzare dei simpatici disegni incastonando pannelli di colori diversi a mo’ di mosaico o pitturare le superfici dopo la posa, preferibilmente con vernici ecologiche.

Michele Ciceri