Anno XIV
Numero 2
Settembre 2002

La musica: un linguaggio universale

Cosa esiste di più universale e, nello stesso tempo, di più personale della Musica?

Una realtà che consente di comunicare, di gettare “ponti” verso gli altri ed, insieme, di esprimere sé stessi, i diversi sentimenti e momenti della propria vita e della propria anima.

Un linguaggio senza tempo e senza confini, una creatura multiforme, a più dimensioni, che può contare su un pubblico estremamente diversificato, per gusti ed età, su uno stuolo di “amanti” sparsi per tutto il pianeta, che le assicurano perenne fedeltà: la ragazza che fa jogging nel parco in compagnia dei propri pensieri e dell’inseparabile walkman; il raffinato cultore di jazz, sempre a cara della session più inedita; la nonna che canticchia il motivo preferito della sua giovinezza; il rappresentante che vive buona parte della giornata in macchina, in perenne compagnia di una radio e dei suoi esuberanti dee jay; il rigoroso appassionato di “classica”, che si gusta nel silenzio della sera la sua sinfonia preferita; il giovanissimo fan, in delirio sotto il palco dell’artista pop, rock, punk, hard del momento … E chi più ne ha, ne metta.

Tuttavia, all’interno di questo uditorio smisurato, uno spazio particolare è riservato ai giovani.
Con loro, la Musica ha un filo diretto, un feeling speciale, un rapporto viscerale, appassionato, insostituibile.
Qualche esempio? Abbiamo dato la parola ad alcuni adolescenti, per sentire direttamente dalla loro voce cosa possa rappresentare questa realtà.

Comincia Serena: “La musica, con il suo ritmo frizzante, sa darti gioia e allegria.
Inoltre è vitale: ci sono momenti in cui non ce la fai più, stai sprofondando in questo mondo, che ti soffoca e si stringe sempre più attorno a te.
A questo punto c’è una sola soluzione: una bella canzone a tutto volume e subito rinasci, torni quella che eri prima di scoprire le ingiustizie e il dolore, ti senti nuovamente libera”.

Incalza Massimiliano: “La musica è libertà. Di movimento, di parola … E la disco dance è quella che dà maggior libertà di movimento, perché uno può sfogarsi in mille modi: può saltare, roteare, fare ciò che vuole. Per questo è la musica che preferisco”.

E’ il turno di Davide: “La musica mi ha aiutato, e mi aiuta, a superare momenti di rabbia, a mantenere meglio la concentrazione, a farmi sentire più vicini i sogni, a valutare meglio le mie sensazioni”.

E conclude Sara: “Compagna importante, amica sincera e fidata. Alla mia età, per la maggior parte dei ragazzi, la musica è una compagnia inseparabile, con cui dividere tanti momenti della giornata, ma soprattutto quelli più importanti della propria vita. Ho un rapporto molto speciale con la musica, quasi morboso: se fossi costretta a vivere anche solo per un giorno senza Lei, morirei. E’ per me come l’aria che respiro, è cibo per la mia anima”.
C’è bisogno di aggiungere altro?