Anno XIV
Numero 1
Marzo 2002

Intervento di riqualificazione urbanistica Piazza Marconi Vimercate (MB)

L’articolato intervento di riqualificazione di piazza Marconi nelle parole di Enrico Brambilla, sindaco di Vimercate (Milano)

La prima, lunghissima epoca fu quella del glorioso “tramvai”. Poi venne il tempo (lo è tuttora) dei pullman.

Cambiano tempi e mezzi, ma piazza Marconi  è da sempre, per i vimercatesi, la piazza del trasporto pubblico, dei collegamenti in molteplici direzioni.
Da una parte, quale via di transito sull’asse Trezzo – Monza – Sesto , dall’altra quale capolinea della Vimercate – Cologno Nord, dove si ha la coincidenza con la linea 2 della metropolitana milanese.
Ora, dall’autunno scorso, il suo “cuore” batte completamente rinnovato, grazie ad un corposo intervento di riqualificazione dell’area della ex stazione e deposito dell’Azienda Tranviaria Municipalizzata, situata a sud del centro storico, tra la piazza e le vie Galbusera, Carnia e Santa Sofia. Un’area di circa 20.000 metri quadrati, che adesso ospita una nuova piazza attrezzata, sviluppata intorno ad un enorme edificio su tre piani disposti ad anello, destinato a negozi ed uffici e corredato da un ampio parcheggio (un piano in superficie e due interrati) e da una nuova, grande pensilina – piazzola d’attesa per gli utenti delle autolinee, situata sull’area a sinistra, guardando la scalinata di accesso ai piani superiori.
Una realizzazione di punta, inaugurata in grande stile in ottobre, al termine di 2 anni di lavori ad opera della FRIGERIO appalti, di Cornate d’Adda, su progetto degli architetti Mario Botta e Fabiano Redaelli. Un vero e proprio “fiore all’occhiello” dell’Amministrazione comunale, come ci ha spiegato il dott. Enrico Brambilla, per il secondo quadriennio alla guida della città. Lo abbiamo incontrato, nel suo ufficio di palazzo Trotti, sul finire di febbraio, per saperne di più circa tempi, modi e valutazioni relative a questa importante “pagina” urbanistica.

Anzitutto, siamo di fronte ad un intervento di lungo corso e di ampia portata: quali ne sono state le tappe più significative?
“ I tram sono andati in pensione agli inizi degli anni Ottanta, purtroppo. Dico purtroppo perché, a ben guardare, essi costituivano già una sorta di metropolitana leggera, che con qualche intervento di  miglioria avrebbe potuto garantire un efficace ed ‘ecologico’ servizio.
Ma, in quegli anni, si pensava che la gomma risultasse più duttile e funzionale rispetto alla rotaia.
Poi, nella seconda metà di quello stesso decennio, nacque l’idea di organizzare nell’area in questione un centro di interscambio, che consentisse ai pendolari di lasciare i mezzi privati ed utilizzare al meglio i trasporti pubblici.

Con una intelligente intuizione, a mio avviso, da parte dell’allora amministrazione comunale, che portò avanti un progetto pionieristico, precorrendo soluzioni poi affinate nel tempo in tema di compartecipazione pubblico – privato:
si pensò di far intervenire, attraverso un’apposita gara, l’imprenditore privato che, a proprie spese, realizzasse l’opera per usufruire poi di spazi commerciali.
In cambio, il pubblico otteneva il risanamento dell’area, i parcheggi e spazi ad uso collettivo.
Quest’idea fu abbinata alla capacità di stimolare una gara in cui venissero presentate soluzioni progettuali di qualità, adatte a quella che si pone come una vera e propria ‘porta di accesso’ alla città.
Date queste premesse, e nonostante una serie di difficoltà dovute all’avvicendarsi delle amministrazioni, a problemi burocratici e relativi alla piena acquisizione della  proprietà dell’area, per metà del Comune di Milano, che l’aveva data in uso all’ATM, verso la fine del ‘98 sono cominciati i lavori, per un certo periodo interrotti, nel corso dell’anno successivo, a causa del ritrovamento di interessanti reperti archeologici:
mi riferisco a tombe, oggetti e suppellettili vari, capaci di fare nuova luce sulla Vimercate romana e di testimoniare dell’esistenza, già nell’antichità, di una zona ‘sud’ già centro di commerci, lungo una sorta di via che si snodava in direzione di Concorezzo, costeggiata da insediamenti artigianali e commerciali”.

Quali sono la filosofia e la valenza complessiva dell’intera opera?
“Gli aspetti da considerare sono molteplici. Anzitutto, come già ricordato prima, la piazza rinnovata si pone come ‘porta di accesso’ della città, in direzione del suo centro storico.
Una ‘porta’ caratterizzata dalla presenza di servizi, di negozi, che vorremmo diventasse altresì un luogo pubblico e di aggregazione per un quartiere, quello sud, che negli anni si è sempre più sviluppato da un punto di vista residenziale, rimanendo tuttavia privo di un vero punto di incontro.
Una ‘porta’ dalla quale, ormai, non si potrà più prescindere, con la quale dovranno necessariamente porsi in relazione gli altri interventi allo studio nella medesima zona, primo fra tutti quello relativo ad un’altra area, ancora più vasta, quella della ex Bassetti. Una ‘porta’, infine, che reca tra le sue firme quella, prestigiosa, di Mario Botta, che ha pensato un’opera di impronta ‘forte’, dalla personalità vivace, che, non a caso, ha generato nei vimercatesi reazioni contrastanti: è già, questo, un segno di non banalità. Lo stesso architetto ha detto di aver voluto ricostruire le modalità della corte lombarda, ad esempio attraverso il loggiato superiore e l’uso del mattone.
Personalmente, tutto ciò mi piace molto.
A questo proposito, una delle critiche affacciate rimprovera all’edificio di staccarsi un po’ troppo dal contesto. Ebbene, per un verso devo dire che per fortuna se ne distacca.
D’altro canto, è un segno distintivo, di personalità, che caratterizzi e sia utile a  simboleggiare un ‘pezzo’ di città che si trasforma e guarda al futuro, completando le diverse proposte architettoniche presenti in Vimercate, che vanno dal Romanico alle ‘Torri’”.

Facciamo il punto rispetto alla situazione dei servizi presenti nell’area…
“Anche questo è un aspetto significativo. Tra gli spazi destinati ad uso pubblico ha già trovato posto, a tutt’oggi, la nuova sede della Polizia municipale.
Poi, a breve, si trasferirà qui l’intero settore dei Servizi sociali, compresi la Pubblica istruzione e l’Ufficio sport. Inoltre, sono già in fase di trasloco gli uffici distrettuali dell’ASL, precedentemente ubicati a Mezzago.
Infine, l’Ufficio postale aprirà un punto di servizio con quattro sportelli: anche in questo caso, si stanno predisponendo i locali.
A questo proposito, mi sembra positivo che non si verifichi il già previsto spostamento ‘in toto’ dalla centrale ubicazione di Largo Pontida: questo nuovo ufficio garantisce un raddoppiamento dell’offerta, alleggerendo la situazione della vecchia sede, senza tuttavia sguarnire completamente la zona.
Per quanto riguarda i parcheggi, poi, la Polizia municipale mi ha appena consegnato un piano per aggiornare e migliorare la situazione.
Il numero complessivo è di circa 740 posti, tra superficie, piani interrati e vie adiacenti.
Di questi, circa 400 sono a pagamento, mentre una parte degli altri sono regolati da disco orario.
Sussiste, a tutt’oggi,  un problema di corretto uso di questi spazi, soprattutto per la sosta prolungata: le tariffe del parcheggio a pagamento portano i pendolari a cercare altri spazi e questo genera tensioni con i residenti della zona.
Siamo dunque alla ricerca di soluzioni, quali l’offerta ai lavoratori di una quota parte dei posti con tariffe contenute”.

Per concludere,  l’Amministrazione sta programmando iniziative per sviluppare la piazza come centro di aggregazione? E qual è stata, in questi mesi, la situazione sotto il profilo dell’ordine pubblico?
“Abbiamo già trasferito il mensile Mercatino dell’antiquariato e abbiamo in programma altre iniziative, che comunque saranno di supporto a quanto già posto in essere dai commercianti.
Inoltre, il già avvenuto, o prossimo, trasferimento di importanti servizi comunali si muove anche in questa direzione. Rispetto all’ordine pubblico, la situazione è, per ora, positiva.
Sono presenti, a tutt’oggi, un servizio di vigilanza notturna e un sistema di monitoraggio attraverso telecamere e, in un prossimo futuro, si pensa di chiudere gli accessi retrostanti all’edificio”.