Una storia che parte da lontano
L’appuntamento è per le ore 14.30 di un bel giorno di sole, di “vera” estate. Come sempre, l’agenda riporta un luogo da raggiungere e un nome da non dimenticare. Sono ad Arosio (Co), in via Emiliani,1, davanti alla Scuola materna “Casati”: qui incontrerò il geometra Giampietro Gerosa, progettista e direttore lavori.
Sono in anticipo. Mi accolgono un cantiere aperto e, di fronte, la vivacità di un oratorio feriale e la chiesa parrocchiale dei ss. Nazario e Celso.
La mia “guida” arriva in perfetto orario e mi presenta immediatamente la superiora, suor Michela Calende, e il parroco, don Angelo Perego.
L’atmosfera è subito cordiale, le domande del giornalista cominciano … dal passato.
Già, perché anche questa scuola ha una storia che parte da lontano, addirittura dal marzo 1925. Primi protagonisti, l’allora parroco, don Carlo Baj, e la signora Amalia Casati Sangiorgio, che costituiscono una Società anonima immobiliare, allo scopo di acquistare ed amministrare un immobile destinato a fungere da Asilo infantile parrocchiale. Immobile poi ceduto gratuitamente alla chiesa parrocchiale, con l’unico, inderogabile obiettivo di “dotare la Parrocchia di Arosio di locali adatti per la raccolta e l’educazione cristiana, morale e religiosa dell’infanzia parrocchiale, a mezzo di personale religioso, sotto l’esclusiva direzione del parroco ‘pro tempore’”
Lo stesso parroco si occupa, poi, della stesura dello Statuto e del Regolamento interno, stipulando inoltre una convenzione con le Revv. Suore della Carità di S.Giovanna Antida di Vercelli, che da allora animano e guidano l’istituto. E’ il 1926.
Da allora, la Scuola ha assolto ed assolve pienamente i propri compiti, con la completa soddisfazione delle famiglie, e si prepara a nuove stagioni anche attraverso il potenziamento delle strutture.
La nuova ala, costruita con il contributo dell’intera comunità parrocchiale, è stata inaugurata il 2 settembre 2001, mentre il cantiere aperto davanti ai miei occhi è relativo alla ristrutturazione del vecchio edificio, il cui completamento è previsto per la prossima primavera.
Dopo questi cenni preliminari, ci inoltriamo nella visita dei locali, cominciando dagli “ultimi arrivati”, “naturalmente eseguiti nel pieno rispetto delle normative vigenti”, precisa immediatamente il geom. Gerosa.
Già all’esterno, i mattoni a vista regalano una sensazione di accoglienza e gradevolezza, confermata all’ingresso nell’enorme atrio, che, per metà, riceve luce e calore da una stupenda travatura in legno. Uno spazio per attività libera, che serve temporaneamente anche da aula di psicomotricità ed è il “cuore” della struttura, perché consente di accedere alle aule. Uno spazio dotato anche di lavagne magnetiche e di una parete che si apre completamente, per formare un unico grande salone, capace di accogliere quotidianamente gli 86 bimbi e, nell’occasione straordinaria della festa natalizia, addirittura 340 persone!, come ricorda con entusiasmo suor Michela.
“Il soffitto è stato realizzato dalla CoVerd
– spiega il progettista – con una scelta multicolore, che rende l’ambiente accogliente e vivace”.
In effetti, i pannelli in sughero SoKoVerd.C1 a quadrotti ‘si sbizzarriscono’ in continui giochi di tonalità, dall’arancio, ai verdi, al blu, al giallo, al viola.
I grandi riquadri in sughero SoKoVerd.C1 campeggiano altresì nella sala mensa (dotata di apertura all’esterno e di un montacarichi collegato direttamente alla cucina, collocata nella vecchia sede). Qui, in particolare, le diverse tinte cromatiche utilizzate sono servite anche per dar vita a tre immagini, che ben si adattano all’universo dei piccoli: un arcobaleno, un sole e una nuvola.
A misura di bambino sono anche le tre aule di questa nuova ala, rispettivamente in giallo, azzurro e rosso. “Ognuna presenta un colore diverso, – chiarisce Gerosa – in modo che ogni bimbo riconosca immediatamente il suo spazio e si abitui a superare il primo impatto con un luogo che, altrimenti, può essere respinto. Anche il percorso è diversificato e ogni elemento, dal soffitto, al pavimento, grazie all’esperienza Coverd, ai mobili, è abbinato cromaticamente.
Ogni aula comprende spogliatoio e servizi a vista, così che l’insegnante (in totale sono tre, più una di sostegno, che affiancano le due religiose e il personale ausiliario) possa tenere tutto sotto controllo.
Anche la cattedra è, in realtà, una grande scrivania a semicerchio, aperta, così che i piccoli si abituino ad un elemento che poi ritroveranno a scuola, ma vedendola come un punto di riferimento positivo, in comunicazione continua con loro.
Gli stessi giochi e il computer, uno per aula, sono vicini alla cattedra. Infine, ogni aula comunica col giardino, in modo che ci possa essere sempre la possibilità uscire per giocare all’aria aperta.
E i serramenti, più bassi, permettono al bimbo di vedere sempre all’esterno”. Completiamo il “giro” passando nell’edificio “storico”, quasi 400 mq. per piano, “conservato fin dove possibile nella muratura esterna e risistemato rispetto alle carenze statiche evidenziatesi”.
Qui troveranno nuova vita altre due aule e lo spazio per la psicomotricità.
“E qui il sughero e la tecnologia CoVerd l’ha fatta ancora una volta da padrone”
– precisa il direttore dei lavori – rivelandosi ottimo per il risparmio energetico e la riduzione dei rumori”. Ovvero, in primo luogo, “le voci e l’effervescenza dei bambini, – aggiunge sorridente suor Michela – che sono particolarmente vibranti nelle aule”.
Dott. Marco Raimondi
Geom. Massimo Murgioni
Angelo Verderio