Anno XVIII
Numero 2
Aprile 2006

L’oratorio, la scuola e la chiesa dove è piacevole stare

E’ importante che gli ambienti destinati alla formazione, all’educazione e all’apprendimento coinvolgano la persona sul piano sensoriale oltre che emotivo. In questo contesto giocano un ruolo fondamentale la correzione acustica e la progettazione dei colori.

“Qui vengono i ragazzi per giocare, per imparare e per crescere, dunque voglio che si trovino bene e che l’ambiente sia il meglio possibile per la loro salute”.

Con queste parole un parroco ci ha descritto una volta come avrebbe voluto il suo nuovo oratorio. Gli aggettivi che si ripetevano più di frequente nei suoi discorsi erano sano, confortevole, accogliente, familiare, sicuro; perché forse è proprio così che dovrebbe essere un oratorio.
Un luogo, tanti ambienti; dove la persona è al centro dell’attenzione.
Un oratorio è sempre l’insieme di diversi spazi usati per molteplici attività, anche molto differenti tra loro:
un salone ricreativo, un bar, una palestra, un auditorium, un cinema, un teatro, una chiesa e spesso anche delle aule scolastiche. Ciò che li accomuna è che in ognuno di essi si fanno cose che servono a crescere, a formarsi, ad acquisire quel bagaglio di forza e di conoscenza che serve ad affrontare la vita da uomini liberi e coraggiosi. L’ambiente di vita è fondamentale nella crescita e nella formazione della persona. In questo contesto giocano un ruolo importante le relazioni e i rapporti interpersonali, ma anche il contatto con il luogo fisico in cui l’individuo trascorre il suo tempo, che non deve essere fonte di ostacoli e difficoltà.
Quali sono le caratteristiche dell’ambiente dove si cresce bene? Pulito, sano e sicuro sono sicuramente in cima alla lista; poi vengono il confortevole e il bello. Spesso le attività sono impegnative sul piano intellettuale e, per dirla tutta, qualche volta anche noiose; per questo è importante che l’ambiente sia anche accogliente e lo starci risulti piacevole a livello sensoriale oltre che emotivo.

Il comfort acustico
Nella categoria del “confortevole”, sulla quale ci concentriamo, ha una grande importanza la qualità acustica degli ambienti, che è bene considerare parte integrante del processo progettuale prevedendo gli opportuni accorgimenti di correzione.
Quanto detto dovrebbe valere sempre. Spesso si attribuisce un valore alla qualità dei suoni solo quando si parla di ambienti che hanno una valenza commerciale, come cinema, teatri, sale da concerto ecc.
Per un motivo lampante: un cine-teatro con una buona acustica sarà certamente preferito dal pubblico rispetto a un altro dove si ascolta male, e dunque risulterà più redditizio. Quando invece l’aspetto economico non è immediatamente evidente, come nel caso delle scuole, dei saloni polifunzinali degli oratori, dei bar ritrovo, delle mense e delle chiese, si tende a trascurare il problema e a farlo uscire dall’elenco delle priorità. Questo è un errore che va a scapito dei fruitori e arreca un danno ben più grave di quello economico.
Prendiamo il caso di una chiesa, per definizione il luogo della preghiera e del raccoglimento; ma anche della “parola”, che deve arrivare a destinazione chiara e intellegibile. In genere si tratta di spazi di grandi dimensioni, dove il riverbero è decisamente accentuato e le caratteristiche architettoniche (colonnati, volte, cupole) complicano l’intervento di correzione. Al punto che non è raro imbattersi in problemi di “focalizzazione”, cioè di concentrazione del suono in un punto particolare a causa della riflessione prodotta dalle onde sonore su superfici curve o circolari, con il risultato di una distribuzione ineguale del suono. O in “angoli morti”, dove l’interferenza di due o più onde sonore crea zone dove non si sente praticamente niente. Tutte queste situazioni vanno considerate nel dettaglio. In un caso come quello della chiesa è importate procedere preventivamente con uno studio del clima acustico interno e poi con un intervento modulare che avrà lo scopo di massimizzare l’intellegibilità dei suoni alla frequenza del parlato, coerentemente con la destinazione a luogo di culto. L’intervento dovrà tenere conto dell’eventuale presenza di un organo o di uno spazio destinato al coro, che andranno studiati in modo particolare.

L’esempio precedente ci chiarisce che l’acustica di un ambiente varia in funzione della sua destinazione d’uso, cosa da considerare in tutti gli interventi di correzione. Il salone ricreativo di un oratorio con angolo bar sta a metà strada tra una grande aula scolastica e una mensa.
E’ uno spazio in cui si fanno giochi rumorosi (biliardino, flipper…), altri più silenziosi (carte, scacchi, biliardo…), si parla, a volte si grida e in ogni caso ci si ferma per un tempo prolungato. Anche le apparecchiature del bar (macchina del caffè, stoviglie…) contribuiscono non poco alla sonorità complessiva. Se l’ambiente non è attrezzato per assorbire l’alto livello di rumore prodotto, la permanenza provoca ai fruitori difficoltà di comunicazione, stanchezza psicofisica, irritabilità e li convince in breve ad andarsene.
Da luogo di incontro, svago e di relax, il salone dell’oratorio si trasforma in uno spazio ostile, che i ragazzi cercheranno inconsciamente di evitare.
Parlando di auditorium, cinema e teatri, tutti spazi che trovano cittadinanza all’interno di un centro parrocchiale, la qualità acustica sale in cima alle priorità. Il punto è che spesso si tenta di raggiungerla investendo solo in costosi impianti di diffusione del suono, salvo poi accorgersi che un problema di fondo vanifica gli sforzi. Il consiglio è di fare un passo alla volta, pensando prima all’acustica delle strutture e poi agli impianti tecnologici.
Meglio ancora se i due aspetti vengono affrontati insieme.
Una sottolineatura a parte la meritano le cosiddette strutture polifunzionali, molto usate perché assolvono all’esigenza di avere più destinazioni d’uso per un unico ambiente (ne abbiamo parlato diffusamente sul numero di AudioDinamiKa di gennaio).
E’ il caso delle palestre che diventano sale per conferenze e dei campi di pallavolo che si trasformano in teatri; una soluzione cabriolet, insomma, molto gradita a Comuni, parrocchie e circoli sportivi.
Con lo spazio nessun problema, ma con l’acustica come la mettiamo? Il riverbero tollerabile durante una partita di basket diventa inaccettabile per una conferenza, ancora di più per uno spettacolo teatrale.
In questi casi la correzione acustica equivale a una bella sfida, ma le soluzioni tecniche esistono e affidandosi a dei professionisti del settore si possono ottenere risultati sorprendenti.

I materiali sani e confortevoli
Don Angelo Geranzani, rettore del Collegio San Carlo di Milano: “Da educatore e da prete, mi sento di dire che è sempre giusto tenere presente i costi, aspetto importantissimo, ma non bisogna dimenticare la persona umana che dovrà vivere negli edifici che costruiamo. Soprattutto se si tratta di esseri umani che si stanno formando alla vita.
A bambini e ragazzi abbiamo il dovere di dare ambienti sani e vivibili”.
Le parole di don Angelo introducono l’aspetto legato alla scelta dei materiali per la correzione acustica degli ambienti aperti al pubblico, che per offrire un comfort a 360 gradi devono essere anche sani, sicuri, traspiranti, privi di qualsiasi tipo di emissione e provenire da lavorazioni che rispettano l’ambiente. Il sughero possiede insieme tutte queste caratteristiche e può essere impiegato con facilità sotto forma di pannelli. Per assorbire i rumori, questo materiale sfrutta la porosità e l’elasticità naturali: l’onda sonora incidente viene intrappolata nei capillari e in parte dissipata (per attrito e per vibrazione delle fibre). Il suono risulta così smorzato e l’onda riflessa contenuta. Allo stesso tempo, il sughero è un materiale completamente naturale, proviene da fonti rinnovabili senza alcun disboscamento (è la corteccia dell’albero omonimo), è atossico, non produce polveri proprie ed è adatto a chi è allergico al pulviscolo in genere, perché essendo dielettrico impedisce alle microparticelle di girare nell’aria. I pannelli da utilizzare negli interventi di correzione acustica non devono contenere alcun collante o sostanza chimica aggiunta ed essere agglomerati per azione della suberina, la resina stessa del sughero, in modo da conservare tutte le caratteristiche e le proprietà naturali del materiale. Quest’ultimo aspetto può essere verificato chiedendo al fornitore sia la scheda tecnica del prodotto, sia la certificazione “biologicamente puro”.
I pannelli possono essere impiegati per realizzare controsoffitti a telaio o in aderenza su soffitti e pareti. In ogni caso, le modalità tecniche, le quantità e gli spessori dovranno essere determinati da uno studio acustico preventivo, che permetterà di calibrare al meglio l’intervento evitando gli sprechi. Puo’ capitare che non sia necessario trattare tutte le pareti, ma soltanto una parte di esse; inutile mettere materiale dove non serve. L’esperienza insegna che una valutazione preliminare fatta con competenza, professionalità e con gli strumenti giusti porta a ottimi risultati, contenendo l’investimento al necessario.

Il comfort e i colori
I più recenti studi sulla psicologia della visione hanno dimostrato che i colori influenzano lo stato d’animo e i comportamenti delle persone. Negli ambienti di vita, specie in quelli dove si trascorrono molte ore della giornata, un’appropriata progettazione del colore è importante quasi quanto un buona acustica.
L’importanza dei colori è nota fin dall’antichità: gli egizi li usavano per curare i malati con una tecnica non molto diversa dalla moderna cromoterapia, mentre nel Tibet ancora oggi il raffreddore si cura avvolgendo i malati in un drappo rosso e mettendoli al sole. Un drappo blu serve invece per abbassare la temperatura senza gli effetti collaterali di un antipiretico. Suoni e colori influiscono sulla psiche e sul funzionamento dell’organismo umano; di conseguenza determinano il comfort di un ambiente perché si riflettono sul benessere psicofisico degli occupanti. Il colore determina anche la percezione dello spazio. Gli ambienti chiari sembrano più luminosi e più grandi di quelli scuri. Le pareti chiare sembrano respingersi, quelle scure attrarsi; le prime avranno un effetto rilassante, le seconde eccitante. In genere i colori caldi rimpiccioliscono l’ambiente, quelli freddi lo dilatano.
Paolo Brescia, del PoliDesign di Milano, è autore di un interessante studio sui colori e la loro influenza sulla psiche umana.
“L’esistenza di un rapporto tra colore, salute e benessere è stata riconosciuta universalmente: il colore è gioia, festa, attenzione… Il grigio è disattenzione, apatia, introversione. Per grigia quotidianità s’intende la discrepanza tra realtà ed esigenze. I colori sono esperienze sensoriali e come tali interagiscono con altre esperienze come il tatto, l’olfatto, il gusto… Si parla di colore chiassoso, tenero, morbido, duro, acido, dolce, discreto, esplosivo, pesante, leggero, calmante, angosciante, caldo, freddo, acceso ecc… Sicuramente indossare un colore piuttosto che un altro influenza la nostra giornata.
Addormentarsi con un pigiama di un colore invece che di un altro, aiuta a dormire meglio; alcuni dolori vengono sicuramente attenuati o esasperati da particolari colori.
Il colore è visto solo attraverso gli occhi, ma è percepito anche attraverso gli altri sensi.
E’ stato infatti dimostrato che sarebbe impossibile per i non vedenti vivere sempre in cantina o in ambienti bui; loro si sentono differentemente a loro agio in una stanza illuminata o non illuminata; non solo, ma in un ambiente rosso reagiscono a stimoli esterni con molta agitazione  a differenza di un ambiente azzurro, dove reagiscono con molta calma.
Altro esempio: un cavallo continua a sudare ed è infastidito da un numero considerevole di mosche in una stalla dipinta di rosso, mentre si tranquillizza e non vi sono mosche nello stesso ambiente dipinto di blu”.
Torniamo a noi: cosa c’entra il colore con la correzione acustica degli ambienti?
Molto, in realtà.
Primo perché sia l’acustica sia la “cromatica”, influenzano il benessere delle persone; secondo perché possono essere affrontate insieme.
I pannelli di sughero biondo naturale Kontro e SoKoVerd.C1 di CoVerd sono disponibili preverniciati in una gamma di colori talmente ampia da rendere possibile ogni tipo di accostamento o di personalizzazione cromatica.
Si possono affiancare pannelli di diverso colore creando i disegni desiderati, oppure creare uno sfondo neutro da verniciare in seguito con vernici atossiche.
L’unico limite è la fantasia. I pannelli preverniciati Kontro e SoKoVerd.C1 sono in Classe 1 di resistenza al fuoco.

Michele Ciceri